Biostile, il mio modo di vivere

Ho deciso di dargli un nome, Biostile, con tanto di lettera maiuscola. Quando ho effettuato questo radicale cambio nella mia vita ho pensato che fosse importante che avesse un nome tutto suo, una sigla che identificasse tutti gli ardui cambiamenti che ho messo in atto e che desse significato alle mie scelte. 

A scuola ho sempre studiato moltissimo. Ero una tipica secchiona, con gli occhiali e l’apparecchio, sempre seduta in primo banco, sempre alla ricerca dei voti più alti. Ho volato attraverso i vari anni di università e, uscita con il massimo dei voti, mi sono subito data da fare per raggiungere il mio obiettivo: diventare avvocato dell’accusa. In breve sono diventata un avvocato di successo e la mia vita ha acquisito ritmi improbabili che mi hanno tenuto lontano da una vita sociale nella norma, figuriamoci dal costruire una famiglia. Ho raggiunto i quarantacinque anni e, all’alba del mio compleanno, quando ho notato che solo i miei genitori mi avevano fatto gli auguri tramite messaggio, ho realizzato che avevo sbagliato tutto. Ho ripercorso mentalmente la mia vita, ho rivisto tutte le persone e le opportunità che ho lasciato per strada per inseguire la mia carriera ed ho capito che la mia vita era completamente priva di senso. Cercare di dare un senso alla vita è sciocco, la vita è vita e non ha bisogno di senso, ma quello che voglio dire è che, all’improvviso, non avevo più interesse per quello che stavo facendo, non avevo voglia di andare al lavoro, nè di alzarmi dal letto. Sono entrata in depressione. Mi sono sforzata di prendermi una pausa riflessiva, sotto consiglio dello psicologo, e me ne sono andata in campagna per qualche settimana.

Una domenica, mentre passeggiavo lungo un sentiero pieno di larici, ho visto un gruppo di cavalli correre liberi nel loro grandissimo recinto e sono rimasta ammaliata. Mi sono avvicinata alla stalla ed ho chiesto se potessi in qualche modo essere utile, pur di potermi avvicinare fisicamente a quelle splendide bestie. Il padrone mi ha subito accolto a braccia aperte e mi ha dato varie consegne. Alla fine della giornata ero esausta, ma mi sentivo bene per la prima volta dopo varie settimane. Il giorno dopo sono tornata e, alla fine, il gentile fattore mi ha assunto a lavorare per lui, ignaro della mia professione o delle mie capacità. Passato un mese, mi sono licenziata dal mio studio ed ho comprato un terreno ed una casetta accanto a quella del mio datore di lavoro, il quale mi ha insegnato a vivere in armonia con la natura, con i suoi tempi e con le sue regole. Mi ha anche fatto conoscere tutti gli abitanti del villaggio che mi hanno presto accettato come una di loro. Questo è ciò che chiamo il mio Biostile, non si tratta di qualcosa che ho inventato io, semplicemente mi ricorda che ho imparato a valorizzare le cose belle della vita. Alle volte faccio qualche consulto legale per i miei vicini di casa, se ne hanno bisogno, ma solo in cambio di marmellate, una buona cena, o un bicchiere di vino bevuto insieme. Questo è il mio Biostile.